Le parole depressione post parto suonano lontane e pesanti alle donne in gravidanza. Nonostante si stia gradualmente diffondendo uno sdoganamento della psicoterapia come mezzo di cura e sostegno “non solo per matti”, la stigmatizzazione dei disturbi mentali è ancora tale per cui determinate parole, in contesti comuni, suonano esagerate. Negli ambienti condivisi da madri e future madri è comune che si cerchi di evitare con tutte le proprie forze di essere categorizzate come “depresse”, magari con una battuta che chiuda il discorso.
Eppure, la depressione post-partum è la complicanza psicologica più comune associata alla nascita di un bambino. Si stima che, nel mondo, tra il 15 e il 20% delle madri ne soffra. Inoltre, le stime nei singoli paesi variano così tanto che è molto difficile comprendere la reale prevalenza di questa condizione, probabilmente più diffusa di quanto si credesse fino a vent’anni fa. Le conseguenze di questo disturbo, se non trattato, sulla crescita dei bambini, sono evidenti e profonde.
Non solo cause ormonali
E’ inevitabile che portare nel proprio ventre una vita per nove mesi ed infine metterla al mondo conduca ad un cambiamento radicale dell’identità. Diventare madre (e padre!) aggiunge alla propria esistenza una serie di componenti difficili da digerire:
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l’improvvisa perdita di spontaneità delle proprie azioni, poste ora al servizio di un individuo bisognoso di tutto,
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la carenza di sonno e la fatica delle prime settimane (e spesso, dei primi mesi o anni),
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la riorganizzazione del proprio ruolo nella coppia, diventata un trio.
Queste sono solo alcune delle componenti che pongono a dura prova l’equilibrio psicofisico del neo-genitore,
Contro ogni aspettativa di nonni, zii ed amici, è quindi assolutamente fisiologico, nei primi giorni dopo il lieto evento, sentirsi “giù di tono”. Questa condizione viene denominata baby-blues, una sorta di malinconia tutto sommato gestibile e transitoria (circa dieci giorni), che, secondo i manuali, non necessita di trattamento (opinabile, se pensiamo al ruolo fondamentale della prevenzione).
Ma che cos’è la depressione post-parto, e come si distingue dalla cosiddetta “normalità”?
La depressione post-partum si differenzia dal baby blues prima di tutto per la sua durata. Non è transitoria, ma ha una durata superiore alle due settimane, e a volte può manifestarsi a distanza di diversi mesi dal parto.
In secondo luogo, i sintomi di questo disturbo impediscono difunzionare adeguatamente nella vita di tutti i giorni, rendendo molto faticoso occuparsi di sé e del proprio bambino. In linea di massima, la depressione post-partum presenta gli stessi sintomi di quella “standard”, con la differenza che i pensieri di inadeguatezza e di colpa tipici di questo disturbo si applicano al tema della maternità: per esempio, la convinzione di non essere in grado di crescere il proprio figlio, o l’immagine mentale di fargli/le del male. Queste intrusioni mentali sono accompagnate da un grande vissuto di vergogna e senso di colpa, altri elementi che alimentano il circolo vizioso della depressione. Pensieri inquietanti conducono a sentimenti negativi, che a loro volta portano ad apatia e affaticamento. Il sentirsi poco attivi, infine, rinforza i pensieri negativi su di sé e sul bambino/a.
Prevenzione: un aspetto cruciale
Una volta riconosciuti i sintomi della depressione post-partum, è indispensabile parlarne ad un esperto per farsi aiutare e per apprendere strategie efficaci per gestire i propri pensieri “maligni”. La vergogna associata al pensiero di non essere buone madri può rendere difficile la richiesta di aiuto. Proprio per evitare questo cul de sac, l’ideale sarebbe monitorare i sintomi di baby-blues ben prima che evolvano in qualcosa di più grave.
In generale, è importante alimentare la consapevolezza del fatto che diventare genitori non è un compito facile, né privo di intoppi. Una buona forma di prevenzione? Aspettative realistiche e di relazioni sociali di aiuto: armarsi quindi di parenti e amici che, soprattutto dopo le prime settimane di fermento e festeggiamenti post-nascita, possano aiutarvi e supportarvi emotivamente, in maniera affidabile.